Da un lato c’è un mondo eccessivamente digitalizzato, per il quale si diffondono sempre di più patologie create dall’eccessiva e poco controllata presenza della tecnologia nella vita quotidiana. Tra le tante conseguenze c’è la tendenza ad interrompere il “flusso dei pensieri”, distratto dall’invadenza dei continui “bip”.
Se condividiamo la tesi di Winifred Gallagher che nel saggio intitolato “Rapt: Attention and the Focused Life” scrive che “…siamo la somma di ciò su cui siamo concentrati”, potremmo iniziare da una maggiore consapevolezza del nostro reale focus, per esser certi che siamo fuori dalla tirannia di una programmazione che non abbiamo scelto noi.
Dall’altro lato oggi, esistono Associazioni come Informatici Senza Frontiera impegnate, affinché in Paesi come l’Africa possa essere colmato il divario digitale, attraverso una maggiore e più solidale diffusione della tecnologia, per favorire un processo di crescita che aiuti realmente a conoscere le proprie potenzialità anche attraverso le conoscenze delle tecnologie informatiche.